Sostenibilità e digitale: il caso Banfi fa scuola

Il rapporto fra sostenibilità e digitale è stato, fin dagli inizi, decisamente stretto. Le aziende tecnologiche hanno sempre dimostrato per il tema una considerevole attenzione, che si riflette su tutta la filiera. Grazie al digitale, infatti, la sostenibilità diventa sempre più raggiungibile: per realtà come Banfi, storico produttore vinicolo italiano, che mirano a modelli di business più responsabili a livello ambientale e sociale, il supporto delle soluzioni tecnologiche è vitale per perseguire i propri obiettivi in tale direzione.

Il settore agrifood in particolare è uno dei più attenti a queste tematiche. Secondo quanto riportano gli Osservatori del Politecnico di Milano nel documento Sicurezza alimentare e sostenibilità della filiera agrifood: a che punto siamo, il 30% delle aziende ha come obiettivo l’uso efficiente delle risorse. Come è possibile conciliare questo e gli altri obiettivi di sostenibilità in filiere caratterizzate da molte peculiarità come quelle del settore vitivinicolo?

Sinfo One ha messo a punto per Banfi una soluzione per l’efficientamento della supply chain, finalizzata a migliorare sia l’operatività sia la visibilità sull’intero processo produttivo.

 

Banfi, la sostenibilità con il digitale è un obiettivo raggiungibile

Prima di entrare nel cuore del progetto, facciamo un passo indietro sul contesto aziendale per capirne  meglio il punto di partenza e il percorso di trasformazione digitale intrapreso:

Ad oggi Banfi dispone di due stabilimenti:

  • Montalcino, in cui il processo di digitalizzazione è in atto da tempo;
  • Strevi, che inizialmente non disponeva di un sistema digitale di gestione del magazzino.

L’obiettivo è quello di implementare una soluzione presso quest’ultimo, per poi estenderla anche allo stabilimento numericamente principale, quello di Montalcino.

Per quanto riguarda i numeri in gioco, la capacità produttiva di Strevi è pari a 3 milioni di bottiglie all’anno, su una produzione complessiva di 11 milioni. Questo stabilimento, pur essendo stato acquisito nel 1978, ha sempre lavorato in modo autonomo. Cresciuto considerevolmente negli anni, ha dovuto affrontare principalmente due sfide:

  • una dal punto di vista strettamente logistico, dato che gli spazi iniziali non erano progettati per i numeri di oggi;
  • una relativa al change management, considerato che in passato alcuni tentativi di digitalizzazione si erano rivelati carenti sotto il profilo della formazione del personale, limitandone fortemente l’efficacia.

Il progetto messo in campo da Sinfo One ha dovuto quindi tenere in considerazione anche di aspetti riguardanti la gestione del cambiamento, come la formazione e l’awareness, legato alla necessità di adottare una soluzione moderna ed efficiente.

 

Il progetto: un nuovo WMS con unico modello di gestione

Il progetto si muove su due binari: tecnologico e organizzativo. Dal punto di vista tecnologico, si tratta dell’implementazione di un WMS (Warehouse Management System) in grado di interfacciarsi con l’ERP Oracle JD Edwards presente in azienda.

Dal punto di vista organizzativo, il progetto prevede la costruzione di un unico modello di gestione per i due stabilimenti, per fruire dei vantaggi della standardizzazione su scala. Si è scelto di partire dallo stabilimento di Strevi perché questo, non disponendo di un WMS preesistente, consentiva un approccio Greenfield che permette sia di operare con tempistiche migliori, sia di rivedere e ridisegnare i processi in ottica di maggiore efficienza.

In termini più analitici, gli obiettivi sono legati alla qualità del dato e alla tracciabilità, sia per quanto riguarda, per esempio, l’abbinamento fra articolo e lotto, sia per una migliore gestione di tutti i materiali necessari per il confezionamento dei prodotti, per esempio tappi, etichette, bottiglie. Ricordiamo che il settore vitivinicolo è fortemente normato anche per quanto riguarda la tracciabilità e, in questo, gli strumenti digitali forniscono un supporto indispensabile.

 

Le sfide tecnologiche di Sinfo One: integrazione tra WMS e ERP per ottimizzare efficienza e tracciabilità

Un progetto di questa complessità richiede di affrontare una serie di sfide tecnologiche, sia progettuali sia sul campo.

Dal punto di vista progettuale il principale impegno di Sinfo One è stato quello di mettere in comunicazione la soluzione WMS scelta da Banfi, On.Plant di Onit, con l’ERP esistente. L’integrazione fra WMS ed ERP, vitale per l’efficienza e la tracciabilità e l’abbattimento dei silos informativi erano due dei principali obiettivi di questo progetto.

Lo sviluppo di soluzioni innovative è uno degli elementi che hanno sempre caratterizzato la collaborazione fra Banfi e Sinfo One. Banfi, infatti, è stata fra le prime aziende a utilizzare alcuni sviluppi Oracle su JD, basati su JSON Rest, agli albori della fatturazione elettronica. Questa tecnologia, opportunamente rivista e attualizzata, è stata alla base del progetto di integrazione: le informazioni possono essere raccolti su base temporale o schedulata, a seconda della dimensione del dato e della sua urgenza. Una soluzione innovativa che prevede un’orchestrazione per garantire la coerenza del dato, attraverso un doppio controllo composto da invio e conferma, resa possibile dalla nuova tecnologia JD Edwards Orchestrator.

La soluzione così disegnata semplifica anche gli adempimenti normativi: Banfi infatti ha scelto di ottemperare in modo tempestivo alle comunicazioni antifrode attraverso la piattaforma SIAN, comunicando i dati quindicinalmente invece di farlo mensilmente, ma prima dell’implementazione l’inserimento era effettuato manualmente. Oggi, grazie al WMS, i dati sono disponibili in modo automatico.

Per quanto riguarda le sfide sul campo, in una realtà complessa come lo stabilimento di Strevi, è stato necessario avvalersi di ogni tipo di competenza tecnologica. Anche il semplice lavoro di cablaggio dell’area, costituita per la maggior parte da edifici storici, ha richiesto particolari accorgimenti. La copertura Wi-Fi, per esempio, non è facilitata dalla tipologia di prodotto trattato, dal momento che i liquidi sfavoriscono la propagazione delle onde radio.

 

I risultati operativi: più qualità della produzione e dell’ambiente di lavoro

Osservando i dati di produzione, questa implementazione ha condotto risultati significativi. Grazie al miglioramento del dato e alla tracciabilità, Banfi ha riconosciuto un miglioramento della qualità di produzione, ma anche di gestione delle spedizioni, e una considerevole riduzione complessiva degli errori, ma non solo.

Una volta formato in modo opportuno e aiutato da un terminale a pistola, il personale coinvolto ha tratto importanti benefici dalla nuova modalità. Questo ha permesso di rendere il lavoro operativo più semplice e agile, dopo un fisiologico periodo di adattamento. A sei mesi dal via il sistema è riconosciuto come utile e facilitante e ha permesso di ridurre lo stress di ricerca dei prodotti e materiali all’interno dello stabilimento. Un esito importante soprattutto per le aziende come Banfi che considerano la sostenibilità da ogni punto di vista, anche quello della qualità dell’ambiente di lavoro. La formazione in questo caso ha avuto un ruolo fondamentale, non solo per gli aspetti operativi, ma anche per mettere in luce i vantaggi che i propri lavoratori avrebbero avuto dalla sua adozione.

 

Un approccio olistico: così migliorano qualità del dato e operatività

Il progetto di digitalizzazione e integrazione della supply chain di Banfi ha un aspetto distintivo molto importante, ovvero quello di conciliare il miglioramento della qualità del dato con una semplificazione del lavoro operativo, quindi non a discapito dell’efficienza operativa.

Oggi la soluzione è apprezzata sia dal personale amministrativo sia dagli operatori, ed è supportata dalla misurabilità dei risultati, oltre che dalla disponibilità di dati che prima non erano accessibili. Chiariamo questo passaggio con un esempio di esperienza sul campo.

Nello stabilimento di Strevi il prodotto più importante è lo spumante metodo classico, la cui produzione prevede la fermentazione in bottiglia per lunghi periodi di tempo, tipicamente dai due ai quattro anni, ma con la possibilità di arrivare a dieci. Questo significa avere un magazzino bloccato per molto tempo, con la necessità di tenere traccia dei prodotti. Prima dell’adozione di una soluzione tecnologica, ciascun gabbione era identificato da una scheda cartacea richiedendo una scruplosa gestione manuale: un metodo che risultava essere particolarmente laborioso e time-consuming, dal momento che ciascuna scheda veniva stampata in più copie, plastificata e archiviata in un foglio elettronico in cui era associata alla sua posizione di magazzino.

Oggi, etichette di plastica realizzate appositamente garantisco non solo una maggiore durabilità, ma anche la possibilità di recuperare agilmente i dati di ciascun lotto attraverso WMS ed ERP. Inoltre, grazie alla combinazione di visibilità di magazzino e gestione degli ordini, è possibile sfruttare gli spazi in modo più efficace, potendo prevedere le movimentazioni in modo affidabile.

 

Sostenibilità e digitale: un connubio vincente

Come abbiamo accennato in apertura, per la cantina Banfi la sostenibilità è un valore e un obiettivo costante: l’azienda pubblica annualmente un bilancio di sostenibilità ed è certificata come cantina sostenibile. Dispone di un rating ESG e permea ogni progetto dell’azienda, sia dal punto di vista operativo, per esempio con l’adozione di imballaggi in cartone riciclato, l’utilizzo di fertilizzanti o fermenti certificati, ma anche per i progetti di più ampio respiro, come quelli per il miglioramento sociale.

In questo caso, l’apporto del digitale è stato vitale sia per conciliare l’aumento della produttività con il miglioramento del luogo di lavoro, sia per avere a disposizione i dati necessari per dimostrare la propria sostenibilità attraverso i KPI di riferimento. Tutto questo è stato reso possibile da una visione progettuale orchestrata e olistica e al supporto tecnologico di soluzioni innovative su cui l’azienda continuerà a investire, anche grazie alla rinnovata fiducia verso Sinfo One in occasione di quest’ultimo progetto. Il primo passo sarà estendere la soluzione designata a tutti gli stabilimenti, per poi valutare sviluppi futuri.

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