Ottimizzazione logistica: puntare su sostenibilità, qualità e sicurezza

L’ottimizzazione logistica è il primo, fondamentale passo che ogni azienda compie verso il pieno controllo del processo logistico-produttivo.

Ma che cosa significa esattamente ottimizzazione logistica? Pensare che si tratti solo di aumentare la capacità di stoccare e spedire merci sarebbe un errore. Oggi migliorare la performance in quest’ambito non è solo questione di rapidità ma anche di sostenibilità qualità e sicurezza. D’altronde la logistica è una delle funzioni core di ogni azienda.

E nelle prossime righe cercheremo di dimostrarlo.


Obiettivi principali della supply chain optimization

La prima cosa da sottolineare è che l’ottimizzazione del processo di Supply chain è centrale per tutte le imprese che sono chiamate non solo a ritmi di spedizione impensabili fino a pochi anni fa ma a ripensare i loro processi in ambito produttivo e logistico.

Più che ottimizzazione logistica, infatti si può parlare di supply chain optimization. Un ambito in cui l’industry 4.0 non è più un concetto astratto ma un fenomeno pienamente in corso che ridefinisce il controllo del processo logistico-produttivo: dalla pianificazione della domanda a quella delle scorte, passando per la schedulazione a capacità finita degli stabilimenti, senza trascurare i processi di controllo e di monitoraggio del processo produttivo.

La sincronizzazione di tutti questi aspetti è cruciale per rendere più resiliente la catena di fornitura e mettere al sicuro l’intera organizzazione. Un passo falso, un intoppo in un punto qualsiasi della catena -come la mancata consegna di un fornitore o un guasto a un macchinario- può ripercuotersi a cascata su tutto il sistema di approvvigionamento e distribuzione 

Motivo per cui è quanto mai indispensabile un monitoraggio del flusso dei dati per garantire l’ottimizzazione della supply chain. Tra gli obiettivi di questa reingegnerizzazione dei flussi logistici una soluzione verticale garantisce: 

  • maggior velocità nelle consegne attraverso il ridisegno delle mappe di routing per migliorare la sostenibilità; 
  • maggior efficienza nella distribuzione;  
  • riduzione dei costi totali; 
  • miglior bilanciamento tra spese per la materia prima e qualità del prodotto; 
  • integrazione e sincronizzazione tra processi e dati; 
  • pianificazione più accurata della produzione in base alla domanda; 
  • maggior controllo sul lead time, monitoraggio dei tempi di attraversamento dal fornitore iniziale all’ultimo anello della catena; 
  • analisi dell’inventario. 

 

Cosa si intende con ottimizzazione della logistica 

Una volta definito il perimetro di azione e la portata di questo intervento, analizziamo più nel dettaglio il ruolo dell’ottimizzazione della supply chain per il miglioramento dell’efficienza aziendale. Ogni operazione logistica offre infatti l’opportunità di marginalizzare più o meno capitale a seconda di come e quale leva strategica l’azienda decide di muovere lungo la catena del valore.  

Per farlo è necessario in primis disporre di un set di dati affidabile al fine di analizzare tutto il flusso delle informazioni logistiche. Solo così è possibile intercettare quei colli di bottiglia che impediscono di ottimizzare il processo. Dal nostro sistema informativo dovremo dunque riuscire a estrarre le informazioni necessarie per un’accurata valutazione delle operations attraverso le variabili: 

  • tempi; 
  • costi; 
  • produzione; 
  • prestazioni 

In questo modo si potrà sviluppare una proposta di ottimizzazione efficace e funzionale che avrà come obiettivo ridurre l’impatto delle sacche di inefficienza in tutta organizzazione. Una strategia di miglioramento pensata in ottica lean e basata sui dati può in questo senso offrire una risposta per una gestione più sostenibile e razionale delle risorse. 

 

Benefici dell’ottimizzazione della logistica

Il magazzino è un’arma a doppio taglio da manovrare con cura e attenzione al dettaglio: dal corretto bilanciamento delle scorte dipende, in ultima analisi, la capacità di generare più o meno profitto. Ottimizzare le giacenze e sfruttarle al meglio attraverso l'analisi dei dati mette al sicuro dal rischio di andare in rottura di stock -e quindi non riuscire a evadere gli ordini- o, al contrario, di stoccare una quantità di invenduto tale da trasformarsi rapidamente in capitale immobilizzato. 

Ottimizzare la gestione del magazzino si impone dunque come una necessità urgente per ogni azienda manifatturiera; per centrare questo obiettivo però è indispensabile agire a monte su tutta una serie di altri processi strettamente correlati all’efficienza del magazzino, come ad esempio: 

  • ciclo di vita del prodotto; 
  • sistema di gestione ordini; 
  • sincronizzazione tra linee di produzione e CRM; 
  • ottimizzazione delle consegne 

Da una più accurata compenetrazione di queste variabili relazionate tra loro si otterranno dei benefici misurabili in termini di ROI. I vantaggi di Una gestione del magazzino ottimizzata in tal senso aiutano l’organizzazione a fare previsioni più accurate sul livello delle scorte, permettendo una riduzione dei costi di stoccaggio e una razionalizzazione dello spazio e dei flussi di magazzino. Quanto più l’azienda è esposta alle turbolenze di un mercato profondamente instabile, come il food&beverage ad esempio, tanto più avrà bisogno di soluzioni gestionali altamente predittive per stabilizzare il suo magazzino e ottimizzarlo. 


Dall’ERP tradizionale all’extended ERP

In questo scenario, un ERP convenzionale può fare poco. O meglio: può razionalizzare le risorse destinate alla logistica ma non è in grado di coprire l’intero ciclo di business dell’azienda e quindi il livello di ottimizzazione in ambito logistico e produttivo è limitato.

Ecco perché servono soluzioni che vadano oltre i classici moduli di logistica e magazzino per integrare nuovi modelli basati sul controllo di sostenibilità, qualità e sicurezza.

Già perché la logistica può essere davvero complicata e stressante. Pensiamo al settore agroalimentare e a tutti quegli ambiti industriali che hanno a che fare quotidianamente con merci altamente deperibili, prodotti fortemente stagionali o frutto di una filiera che dev’essere totalmente tracciabile. E pensiamo ad un paese come il nostro che ha fatto delle eccellenze enogastronomiche uno dei suoi punti di forza universalmente riconosciuti.

In questo scenario le imprese italiane hanno, giustamente, puntato sulla qualità. Ecco perché ridurre i costi non è più sufficiente. Bisogna migliorare i servizi. Ma come?

Considerando la logistica come una delle leve competitive. Questo significa investire in soluzioni tecnologiche che puntino sull’ottimizzazione non solo analizzando l’esistente ma provando a costruire scenari predittivi attraverso sistemi di business intelligence in grado ad esempio di simulare la domanda in funzione della storico delle vendite al fine di produrre meglio, produrre di più solo nei momenti in cui è necessario ed avere lo stock corretto in ogni momento dell’anno.

Ecco perché un ERP tradizionale è superato e l’esigenza è quella di un Extendend ERP. Un sistema nativamente integrato in grado di gestire tutti i processi aziendali attraverso moduli altamente performanti progettati per lavorare in maniera integrata.


Ottimizzazione logistica: i processi che fanno la differenza

Oggi ricercare qualità, sicurezza e sostenibilità in ambito logistico significa puntare su un approccio diverso, quello della Supplier Collaboration, basato su un nuovo rapporto tra cliente e fornitore, che ribalti il paradigma classico in favore di un nuovo modello di partnership orientato ai benefici reciproci.

In questo senso, i principali processi che un ERP deve gestire per l’ottimizzazione logistica sono:

  • Consignment stock. Gestire la merce in conto deposito è oggi una tecnica sempre più utilizzata, nonché requisito fondamentale in termini di ottimizzazione logistica. Questo “modello collaborativo”, se gestito correttamente, permette di ridurre i costi totali (sia del fornitore sia del cliente) e i rischi di stock-out, assicurando un livello di servizio alto in caso di fluttuazione della domanda.

  • Distribution Requirements Planning. La pianificazione dei requisiti di distribuzione è essenziale per programmare correttamente, oltre ai materiali, le risorse chiave presenti nel sistema distributivo: dai mezzi di trasporto agli spazi di magazzino, fino alla manodopera. Gestire correttamente questo processo consente vantaggi sia in termini di sostenibilità sia di qualità (delle consegne) e sicurezza.

  • Conto lavoro. Sempre in ambito di sostenibilità, l’esternalizzazione di parte del processo produttivo può consentire di abbattere i costi, a patto che venga gestita da soluzioni ERP con funzionalità tipiche di un MES, al fine di gestire la disponibilità di materiali e risorse produttive con l’approvvigionamento logistico in modo flessibile.

C’è anche il PLM

Per soddisfare il bisogno di qualità e sostenibilità in ambito logistico e produttivo, l’ERP deve uscire dai suoi “confini naturali” per integrare soluzioni di Product Lifecycle Management che aiutino l’impresa a:

  • Gestire le specifiche di prodotto

  • Monitorare la qualità della produzione

  • Migliorare la collaborazione con i fornitori

  • Sviluppare nuovi prodotti

 

Più sicurezza

Quando si parla di logistica, la parola sicurezza ha mille significati. Il primo che viene in mente è quella degli operatori che lavorano in magazzino. Ma non solo. Oggi conosciamo tutti tecnologie per rendere inventario e gestione non solo più efficaci ma anche più sicuri, stabilendo i percorsi corretti da e verso gli scaffali.

Ma sicurezza in ambito logistico, specie nel settore agroalimentare di cui abbiamo parlato poco fa significa anche qualità e tracciabilità del prodotto. Le crisi alimentari degli ultimi anni non solo hanno contribuito a formare consumatori più attenti e preparati (e questo è un bene) ma hanno imposto alle aziende del settore nuovi livelli di sicurezza e procedure in grado di intervenire tempestivamente per risolvere qualsiasi imprevisto tutelando la salute dei consumatori.


Verso una logistica sostenibile

Anche il termine sostenibilità si presta a una duplice interpretazione. Da un lato c’è la sostenibilità dei processi e dall’altra quella ambientale. Già, perché questi consumatori sempre più attenti non chiedono solo ingredienti selezionati e lavorazioni/manipolazioni certificate ma anche attenzione per la sostenibilità.

Questo significa che non basta qualche slogan sul packaging della confezione di un prodotto o durante la campagna di advertising ma investire su una logistica sostenibile attraverso un insieme di tecnologie e procedure che rendono possibile lo sviluppo dell’attività aziendale limitando l'impatto ambientale. Dal consumo di energia a quello idrico, dal suolo alle emissioni prodotte.

La logistica sostenibile impone quantomeno un adeguamento dei suoi processi tipici (dallo stoccaggio merci alla gestione delle flotte) se non nuovi investimenti dal punto di vista infrastrutturale.

Serve dunque un nuovo equilibrio tra qualità, sicurezza e sostenibilità.


Conclusioni

Ecco allora che raggiungere l’ottimizzazione logistica significa andare oltre il concetto di logistica in sé per lavorare su funzionalità come gestione scorte, produttività e livello di servizio al cliente e ambiente.

Un lavoro più complesso, certo, ma che può offrire benefici concreti in termini di miglioramento delle performance aziendali. Per ottenerli servono soluzioni dedicate e non ci si può più accontentare di un ERP qualsiasi.

 

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