L’ottimizzazione logistica è il primo, fondamentale passo che ogni azienda compie verso il pieno controllo del processo logistico-produttivo.
Ma che cosa significa esattamente ottimizzazione logistica? Pensare che si tratti solo di aumentare la capacità di stoccare e spedire merci sarebbe un errore. Oggi migliorare la performance in quest’ambito non è solo questione di rapidità ma anche di sostenibilità qualità e sicurezza. D’altronde la logistica è una delle funzioni core di ogni azienda.
E nelle prossime righe cercheremo di dimostrarlo.
La prima cosa da sottolineare è che l’ottimizzazione del processo di Supply chain è centrale per tutte le imprese che sono chiamate non solo a ritmi di spedizione impensabili fino a pochi anni fa ma a ripensare i loro processi in ambito produttivo e logistico.
Più che ottimizzazione logistica, infatti si può parlare di supply chain optimization. Un ambito in cui l’industry 4.0 non è più un concetto astratto ma un fenomeno pienamente in corso che ridefinisce il controllo del processo logistico-produttivo: dalla pianificazione della domanda a quella delle scorte, passando per la schedulazione a capacità finita degli stabilimenti, senza trascurare i processi di controllo e di monitoraggio del processo produttivo.
In questo scenario, un ERP convenzionale può fare poco. O meglio: può razionalizzare le risorse destinate alla logistica ma non è in grado di coprire l’intero ciclo di business dell’azienda e quindi il livello di ottimizzazione in ambito logistico e produttivo è limitato.
Ecco perché servono soluzioni che vadano oltre i classici moduli di logistica e magazzino per integrare nuovi modelli basati sul controllo di sostenibilità, qualità e sicurezza.
Già perché la logistica può essere davvero complicata e stressante. Pensiamo al settore agroalimentare e a tutti quegli ambiti industriali che hanno a che fare quotidianamente con merci altamente deperibili, prodotti fortemente stagionali o frutto di una filiera che dev’essere totalmente tracciabile. E pensiamo ad un paese come il nostro che ha fatto delle eccellenze enogastronomiche uno dei suoi punti di forza universalmente riconosciuti.
In questo scenario le imprese italiane hanno, giustamente, puntato sulla qualità. Ecco perché ridurre i costi non è più sufficiente. Bisogna migliorare i servizi. Ma come?
Considerando la logistica come una delle leve competitive. Questo significa investire in soluzioni tecnologiche che puntino sull’ottimizzazione non solo analizzando l’esistente ma provando a costruire scenari predittivi attraverso sistemi di business intelligence in grado ad esempio di simulare la domanda in funzione della storico delle vendite al fine di produrre meglio, produrre di più solo nei momenti in cui è necessario ed avere lo stock corretto in ogni momento dell’anno.
Ecco perché un ERP tradizionale è superato e l’esigenza è quella di un Extendend ERP. Un sistema nativamente integrato in grado di gestire tutti i processi aziendali attraverso moduli altamente performanti progettati per lavorare in maniera integrata.
Oggi ricercare qualità, sicurezza e sostenibilità in ambito logistico significa puntare su un approccio diverso, quello della Supplier Collaboration, basato su un nuovo rapporto tra cliente e fornitore, che ribalti il paradigma classico in favore di un nuovo modello di partnership orientato ai benefici reciproci.
In questo senso, i principali processi che un ERP deve gestire per l’ottimizzazione logistica sono:
Per soddisfare il bisogno di qualità e sostenibilità in ambito logistico e produttivo, l’ERP deve uscire dai suoi “confini naturali” per integrare soluzioni di Product Lifecycle Management che aiutino l’impresa a:
Quando si parla di logistica, la parola sicurezza ha mille significati. Il primo che viene in mente è quella degli operatori che lavorano in magazzino. Ma non solo. Oggi conosciamo tutti tecnologie per rendere inventario e gestione non solo più efficaci ma anche più sicuri, stabilendo i percorsi corretti da e verso gli scaffali.
Ma sicurezza in ambito logistico, specie nel settore agroalimentare di cui abbiamo parlato poco fa significa anche qualità e tracciabilità del prodotto. Le crisi alimentari degli ultimi anni non solo hanno contribuito a formare consumatori più attenti e preparati (e questo è un bene) ma hanno imposto alle aziende del settore nuovi livelli di sicurezza e procedure in grado di intervenire tempestivamente per risolvere qualsiasi imprevisto tutelando la salute dei consumatori.
Anche il termine sostenibilità si presta a una duplice interpretazione. Da un lato c’è la sostenibilità dei processi e dall’altra quella ambientale. Già, perché questi consumatori sempre più attenti non chiedono solo ingredienti selezionati e lavorazioni/manipolazioni certificate ma anche attenzione per la sostenibilità.
Questo significa che non basta qualche slogan sul packaging della confezione di un prodotto o durante la campagna di advertising ma investire su una logistica sostenibile attraverso un insieme di tecnologie e procedure che rendono possibile lo sviluppo dell’attività aziendale limitando l'impatto ambientale. Dal consumo di energia a quello idrico, dal suolo alle emissioni prodotte.
La logistica sostenibile impone quantomeno un adeguamento dei suoi processi tipici (dallo stoccaggio merci alla gestione delle flotte) se non nuovi investimenti dal punto di vista infrastrutturale.
Serve dunque un nuovo equilibrio tra qualità, sicurezza e sostenibilità.
Ecco allora che raggiungere l’ottimizzazione logistica significa andare oltre il concetto di logistica in sé per lavorare su funzionalità come gestione scorte, produttività e livello di servizio al cliente e ambiente.
Un lavoro più complesso, certo, ma che può offrire benefici concreti in termini di miglioramento delle performance aziendali. Per ottenerli servono soluzioni dedicate e non ci si può più accontentare di un ERP qualsiasi.