Ottimizzazione della produzione: Sinfo One e modello Toyota, storia di un successo

L’ottimizzazione della produzione è un processo complesso che non può essere “confinato” alla gestione esclusiva da parte di un software, per quanto avanzato e performante. L’esperienza sul campo ci ha dimostrato che per costruire partnership di successo come quella avviata con Toyota Material Handling Manufacturing Italy è necessario superare i paradigmi classici per elaborare nuove soluzioni.

Già, soluzioni. Nelle storie di successo i protagonisti non sono mai i singoli prodotti ma piuttosto le soluzioni.

Ma la domanda è: si può replicare lo stesso successo passando dal settore della movimentazione merci ad altri settori, anche molto lontani? Ad esempio quello food and beverage?

Prima di rispondere a questa domanda, vediamo quali sono i principali nemici dell’ottimizzazione della produzione.


I nemici dell’ottimizzazione della produzione


  • Le attività che non producono valore
  • Produrre articoli non conformi che costringono ad effettuare nuove lavorazioni
  • Gestione errata delle scorte e degli approvvigionamenti
  • Eccesso di produzione o livelli di produzione insufficienti

Ecco allora che la risposta alla domanda è: “Sì”. A patto che si ripensi l’ottimizzazione della produzione non solo come ad una mera riduzione degli sprechi bensì come una ricerca incessante del miglioramento continuo.

E d’altronde, oggi un ERP non può essere considerato solo come un “gestionale evoluto” perché la pianificazione delle risorse d’impresa consente di controllare e integrare tutti i processi informativi e operativi all’interno di un’azienda secondo una “filosofia” costruita sul lean manufacturing.


Modello Toyota: un caso di successo nell'ottimizzazione della produzione

Non è un caso che proprio Toyota sia il simbolo del lean manufacturing grazie all’innovativo modello di gestione della produzione avviato negli anni ‘30 del Novecento nelle proprie fabbriche in Giappone e poi esportato in tutto il mondo.

Toyota Material Handling, l’azienda manifatturiera del colosso giapponese specializzata nella produzione di carrelli elevatori, non si accontentava di offrire ai clienti prodotti di qualità ma desiderava potenziare il proprio servizio complessivo migliorando l’esperienza di utilizzo.

Lungo il suo percorso di digital transformation si è affidata a noi di Sinfo One perché non voleva un gestionale qualsiasi ma aveva bisogno di uno strumento che, nell’ottica di lean manufacturing, potesse diventare la base su cui costruire ulteriori processi.

Ottimizzazione della linea di produzione Toyota

L’obiettivo era ambizioso. Partire dall’automazione e dalla standardizzazione per consentire agli operatori di risparmiare tempo e creare le condizioni affinché fosse possibile gestire un numero maggiore di attività a forte valore aggiunto senza aumentare la forza lavoro attuale ma allo stesso tempo senza creare sovraccarichi su quella esistente.

L’esigenza era dunque quella di progettare un nuovo sistema di supporto alla produzione. Noi di Sinfo One ci siamo riusciti partendo da una base solida, quella di Oracle JD Edwards EnterpriseOne, che abbiamo implementato senza seguire lo schema convenzionale a moduli ma focalizzandoci soprattutto sulle relazioni con i fornitori per migliorare il servizio finale ai clienti.

Il risultato è stato quello di sviluppare uno strumento in grado di effettuare una pianificazione automatica della produzione ottimizzando il fabbisogno di materiali.

Non ci siamo riusciti da soli, ma in partnership con il cliente e partendo proprio da quell’approccio lean che aveva ispirato il successo di Toyota quasi un secolo fa e che è diventato la base su cui progettare le nostre soluzioni informatiche.


Come ottimizzare la produzione nel food and beverage grazie al modello Toyota

Costruire flussi di valore è, evidentemente, un modello esportabile anche in altri settori come quello food and beverage. Si tratta di un mondo particolare dove i continui mutamenti nei gusti dei clienti finali e le esigenze sempre più stringenti in fatto di salubrità dei prodotti alimentari incidono pesantemente sui processi aziendali, specie su quello produttivo.

Ma per affrontare in modo vincente queste complessità non basta certo ridurre i tempi dei cicli di produzione. Ecco perché servono ERP evoluti come quelli proposti da Sinfo One (Oracle JD Edwards e SiFides) che eliminino gli sprechi andando ad individuare tutti i flussi di lavoro che, direttamente o indirettamente incidono su questi tempi di produzione snellendoli senza compromettere l’efficienza finale proprio come ci insegna l’approccio lean.

Pensiamo solo al fabbisogno di materiali (MRP) e a come questo aspetto sia assolutamente business critical in tutte le aziende del mondo food che lavorano con materiali altamente deperibili e con scadenze a volte estremamente ravvicinate.

Ottimizzare la produzione: il modello Toyota sulla filiera agroalimentare

Ottimizzare la produzione in un’azienda di prodotti alimentari significa lavorare ben oltre i processi interni ma lavorare sull’intera filiera agroalimentare.

Tracciabilità alimentare, sistemi di conservazione e manipolazione dei cibi nelle varie fasi di lavorazione diventano fattori determinanti da monitorare costantemente sia per realizzare prodotti di qualità che intervenire prontamente in caso di rischi e/o emergenze come è accaduto più volte negli ultimi anni.

Il punto non è tanto quello di dimostrare che un ERP di ultima generazione avrebbe potuto evitare situazioni che hanno messo a rischio la salute dei consumatori (gli scandali alimentari degli ultimi vent’anni sono noti a tutti, dalla “mucca pazza” in avanti) quanto combinare i più alti livelli di sicurezza alimentare con le esigenze di efficienza in termini produttivi.

Innovare per ottimizzare la produzione

In tutti i settori industriali e in quello food in particolare investire nell’innovazione non significa solo acquistare nuovi impianti industriali all’avanguardia o abilitare tecnologie come IoT, sensori, sistemi di machine learning.

Noi lo sappiamo bene perché le soluzioni Sinfo One supportano il lavoro di alcuni tra i maggiori player del food and beverage made in Italy.

Oggi più che mai, tutti gli attori della filiera (produttori, fornitori e distributori) sono chiamati prima di tutto a ripensare i loro sistemi di gestione per rispondere alle crescenti richieste di qualità, sicurezza e perfino comportamenti etici e sostenibili che arrivano da parte dei consumatori finali.


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