Enterprise Performance Management è un applicativo progettato per estrapolare le informazioni da fornire ai controller per il planning strategico. Lo strumento è pensato per armonizzare tra loro le informazioni da fonti differenziate, strutturate e non, per una compenetrazione tra processi in grado di offrire un senso più strutturato alle decisioni. In tempi di Bilancio di Sostenibilità l’EPM si configura inoltre come un acceleratore di cambiamento verso gli obiettivi Environmental Social Governance.
La tecnologia di analisi del dato ha fatto passi da gigante per offrire alle imprese maggior supporto nella loro strategia di crescita. Tra le innovazioni più aderenti allo sviluppo di un modello di business capace di sfruttare appieno il valore di ogni singolo dato troviamo oggi l’EPM, acronimo di Enterprise Performance Management, una soluzione strettamente imparentata con le logiche della BI che nasce con un obiettivo molto mirato: predisporre attività di budgeting e forecasting, simulare nuovi scenari finanziari, sincronizzare le informazioni di tutti i gestionali per misurarele prestazioni e gestire in modo snello i dati più critici per la pianificazione finanziaria.
Un software EPM offre un livello di analisi dei dati che altri applicativi non consentono, in quanto integra tra loro processi convergenti e interdipendenti - per esempio, quelli di budgeting, forecasting e sales & operation planning, che analizzano la domanda su piani diversi ma facendo capo a differenti ownership adottano spesso diversi strumenti di supporto - in una visione a 360 gradi. Con un software EPM è possibile ottenere nuovi modelli di previsione per studiare, comprendere e creare un planning strategico a breve e lungo periodo. La tecnologia EPM consente di tessere una nuova relazione tra dati presenti su fonti molto diversificate tra loro, il che apporta poi cambiamenti importanti, frutto di una migliore interpretazione delle informazioni generate dai gestionali aziendali. Ciò consente di aprire nuove prospettive, aumentare la redditività esistente e reagire agli imprevisti con più agilità.
Fonte: Elaborazione Sinfo One su immagine di PWC.
Abbiamo visto come si definisce e il principio generale di funzionamento dell’Enterprise Performance Management, ma quali sono i suoi elementi distintivi? Tra le sue caratteristiche principali troviamo pianificazione e budgeting, attraverso i quali le aziende possono definire strategie, stabilire obiettivi e creare piani a supporto di queste scelte, seguendole lungo tutta la loro evoluzione anche grazie a strumenti di misurazione costante delle prestazioni e valutazione dei KPI scelti.
L'EPM inoltre facilita il consolidamento finanziario, come vedremo, permettendo alle aziende di conquistare una maggiore agilità. Come è facile intuire, anche reporting e analisi beneficiano degli strumenti EPM, grazie alla possibilità di monitorare le prestazioni quotidianamente, analizzano i dati in modo dettagliato per identificare tendenze, criticità e opportunità. Attraverso l’EPM è possibile fare anche gestione del rischio, riconoscendo e valutando i rischi potenziali e sviluppando strategie per affrontarli.
Un sistema di EPM, quindi, costruisce un framework unitario di gestione dei dati, e in questo modo abilita notevoli miglioramenti organizzativi. I vantaggi di tale modello sono ben evidenti in un contesto di forte incertezza come quello attuale. Consentono infatti di ottenere insights dettagliati e sempre aggiornati sull’andamento di elementi chiave del business e, così, migliorarne controllo e pianificazione. Questo perché:
La validità di questo strumento si manifesta in particolare nei periodi di incertezza, come quello degli ultimi anni, in cui i cambiamenti, anche in mercati e contesti tradizionalmente stabili, sono sempre più repentini e imprevedibili. Un sistema EPM diventa così uno strumento fondamentale per comprendere il cambiamento e adeguarsi prontamente, di fatto rendendo tutte le attività legate al reporting più agili e veloci.
Un altro vantaggio dell’EPM ricade soprattutto sulle aziende che operano a livello internazionale, dove la gestione dei reporting finanziari può essere complessa. Attraverso un software EPM è possibile sia semplificare le procedure necessarie per effettuare la chiusura finanziaria, rendendo i flussi più efficienti e fornendo a ciascuno gli insights più significativi, sia allineare in modo più rapido e funzionale il reporting fiscale con quello finanziario. Gli strumenti EPM, infatti, permettono un adeguamento più veloce e tempestivo alle diverse normative nazionali.
L’accesso ad analisi di performance avanzate offre vantaggi anche sotto il profilo della pianificazione, che diventa più efficace, trasparente e consapevole, sia sotto quello della gestione della redditività, grazie a una visione più ampia e approfondita sui costi e la marginalità lungo tutta la filiera.
I processi di pianificazione di medio-lungo termine nell’industria alimentare e i vantaggi che derivano dalla loro integrazione in un’unica piattaforma
Come dice McKinsey (pag.1), “una sana gestione delle prestazioni si basa su un semplice principio: ciò che si misura può essere fatto”. Secondo questo claim, ogni azienda è chiamata a creare un elenco di metriche ben studiate e a darsi obiettivi misurabili per poter monitorare le proprie performance. Cosa non del tutto scontata, dal momento che, secondo gli analisti, ci sono alcuni passi falsi da evitare nell’implementazione di un sistema di Performance Management in linea con le attuali richieste del mercato, ad esempio:
Questi errori all’apparenza banali possono avere degli impatti diretti sulla strategia e sul modello di business nel momento in cui le organizzazioni sono chiamate al loro appuntamento annuale con il Bilancio di Sostenibilità.
Gli impegni di sostenibilità stanno in qualche modo facendo evolvere la definizione di “performance aziendale”, dirottando buone pratiche e software verso gli obiettivi ESG. Un’inchiesta EY che ha analizzato l’impatto degli obiettivi ESG sulla funzione dei Chief Financial Officer, sottolinea che fino a 2 anni fa il 55% delle aziende riportava informazioni sulla sostenibilità, anche se l’80% dichiarava di non avere nessuna urgenza nella pubblicazione del report. Per queste realtà il rinvio di un anno dell’obbligo di rendicontazione imposto dagli standard UE ha rappresentato una boccata d’ossigeno.
Con lo slittamento dei termini, le organizzazioni con più di 500 dipendenti saranno obbligate per legge a presentare il bilancio nel 2025 (per l’anno fiscale 24), mentre le grandi aziende con 250 dipendenti dovranno farlo entro il 2026 e le PMI entro il 2027. La questione, dunque, è nell’agenda di ogni CFO e CEO, il che impone alle imprese un processo di adeguamento alla futura standardizzazione e integrazione del reporting di sostenibilità.
La sostenibilità è dunque un problema finanziario? In buona parte oggi sì. Dal momento che il CFO è responsabile della ‘traduzione’ in termini finanziari della vision, delle strategie e delle attività dell’organizzazione, deve anche poter misurare e guidare le prestazioni sulle fonti di valore per allinearsi agli obiettivi di sostenibilità e, per converso, saper misurare gli impatti a livello di sostenibilità delle scelte economico-finanziarie e pianificarne gli effetti nei suoi processi. Ad esempio: se un’azienda decide di aprire un nuovo stabilimento, oltre al budget dei ricavi deve calcolare il budget delle emissioni inquinanti e capire se ci sono strategie da adottare per contenerle, tipo prevedere investimenti per migliorare gli impianti dal punto di vista energetico o compensare tali emissioni.
Tra l’altro da un’analisi congiunta dei dati grazie all’EPM è anche possibile individuare soluzioni per compensare gli impatti sugli elementi ESG. La posta in gioco è alta, poiché comprende, tra le altre cose, un accesso privilegiato agli investimenti del settore bancario.
Ad oggi, infatti, il sistema creditizio rappresenta l’interlocutore migliore a cui rivolgersi per trarre valore dalle iniziative intraprese per la sostenibilità.
L’EPM può in questo senso aiutare a trasformare gli obiettivi di sostenibilità in attività aziendali tangibili, non solo quantificando le impronte di carbonio e la riduzione dei gas serra, ma anche gli impegni in materia di diversità, equità, inclusione, e i nuovi flussi di valore in ambito sociale. Queste metriche devono poter quantificare l’impegno dell’impresa nel raggiungimento del suo obiettivo, ad esempio quello di abbattimento delle emissioni inquinanti. Per questo motivo un sistema di Performance Management deve servire a mettere in risalto la relazione tra questi valori tenendoli sotto controllo. Un software EPM aiuta in questo senso nella combinazione di risultati e nella strutturazione di report annuali, semplificando la rendicontazione per gli stakeholder attraverso una lettura più agile del processo di pianificazione e controllo.
Il tema della sostenibilità è dunque una delle leve che sta spingendo in tutto il mondo la domanda di software di Enterprise Performance Management. Il giro d’affari dietro all’analisi delle prestazioni aziendali per i temi ESG si stima possa raggiungere un volume di mercato di 6,58 miliardi di dollari entro il 2029, come emerge da questa nota diffusa su Statista.
Complice di questa crescita l’erogazione sempre più diffusa del software come servizio cloud. Attualmente, secondo McKinsey & Well Company, la domanda di soluzioni EPM basate su cloud sta aumentando in modo significativo in quanto il modello SaaS facilita l’accessibilità a una reportistica veloce e snella per un maggior numero di piccole e medie medie organizzazioni a un costo che è circa un quarto del costo totale dell’implementazione on premise. Sempre da quanto si apprende dall’analisi di McKinsey, si posiziona come primo vendor globale su 35 nel segmento EPM con la soluzione Hyperion, dato confermato dalla proiezione del Magic Quadrant di Gartner del 2023.
La tecnologia cloud ha dunque spianato la strada verso un’implementazione più diffusa tra le piccole e medie imprese, sollecitate dalla compliance ESG a dotarsi di tecnologia software EPM per strutturare le informazioni ed estrapolarne il maggior valore possibile. Come abbiamo visto all’inizio, l’EPM nasce con l’obiettivo di sfruttare fino in fondo il valore dei dati generati da più fonti sparse nei repository dell’organizzazione: operations, ERP, e-commerce, applicazioni front-office e back-office, data warehouse e fonti di dati esterni. L’integrazione tra dati, incrociati a loro volta con i dati presenti nello storico e aggregati insieme, permette di:
Questa integrazione a più livelli rende tutte le attività legate al reporting finanziario più agili e veloci, consentendo di prevedere eventuali criticità e trend attraverso attività di budgeting, planning e forecasting. Una gestione così strutturata delle performance garantisce che l’azienda abbia la necessaria lungimiranza per evitare di scivolare su incoerenze nella validazione e qualità dei dati, le quali potrebbero generare alla lunga un aumento dei costi di gestione e una scarsa efficacia del processo decisionale.
Per chi utilizza già tecnologie dello stesso vendor per i propri applicativi (ERP, CRM, BI), l’integrazione è sicuramente semplice perché sfruttano anche lo stesso data lake, ma qualora ci siano dei gap è compito del system integrator colmarli, come nel caso di Sinfo One. Per chi si trova su altre tecnologie è possibile comunque integrare tramite specifici connettori, già disponibili o sviluppati sempre dal system integrator.
Proprio i decision-makers, dal canto loro, sembrano soffrire particolarmente la mancanza di dati affidabili sullo stato economico-finanziario della loro azienda.
Da un report Oracle, per esempio, emergono interessanti informazioni sui principali pain che affliggono i processi di planning e forecasting. Secondo le risposte fornite dal campione intervistato, le difficoltà maggiori derivano da:
Un sistema di Enterprise Performance Management, allora, può intervenire proprio su questi aspetti. Costruendo un quadro più completo, dettagliato e dinamico delle performance aziendali, infatti, va a rimuovere proprio quegli ostacoli che impediscono di allineare le operazioni agli obiettivi di business fissati.
L’EPM è in tutto e per tutto uno strumento per comprendere meglio le logiche che dovrebbero guidare il business, per prendere decisioni aziendali più informate e trasformarle in un termometro vero e proprio della salute di un’azienda. Solo così è possibile intercettare quelle risultanze di processo che altrimenti potrebbero rimanere nascoste, come ad esempio:
Bastano poche cattive decisioni relative anche a una sola delle sopracitate aree di business - per imboccare un pericoloso vicolo cieco perdendo di mira gli obiettivi di crescita. Uno esempio su tutti riguarda ad esempio le strategie di vendita e redditività dei prodotti – di cui secondo un’analisi di Roland Berger sull’Every Day Low Prices, la maggior parte delle aziende non conosce nemmeno il ROI della propria spesa EDLP, ignorando a quanto ammonta il 50% o più dell’investimento totale.
Con lo strumento adeguato invece queste imprese potrebbero tracciare esattamente il valore dell’EDLP, il che offrirebbe un’indicazione molto importante: qualora infatti questo indicatore superi più del 60-70% l’investimento commerciale totale, si rende necessaria secondo gli analisti una revisione completa della struttura del listino prezzi. Spesso, infatti, questo è un segno che la strategia non è in linea con la proposta di valore del prodotto. Un’eccessiva dipendenza dal meccanismo dell’Every Day Low Prices basato sulla sola leva del prezzo rischia infatti di congelare gli investimenti verso attività a più alto ROI.
Alla luce di quanto detto, il software EPM andrebbe implementato come strumento per gestire processi in modo più agile in uno scenario di rapidi cambiamenti, in condizioni economiche incerte. Il fatto di poter collegare tra loro metriche finanziarie e operative alle informazioni dei reparti aziendali - nel nostro esempio le vendite - aiuta a pianificare strategie e piani di execution più in linea con le esigenze di redditività delle imprese, in modo che risulti più chiaro comprendere come e quando adattarsi alle turbolenze dei mercati. Ma non solo, perché le imprese devono adeguarsi anche ai cambiamenti nella normativa fiscale e tributaria.
È necessario, infatti, potersi aggiornare rapidamente in un ambiente legislativo in continua evoluzione e fornire a tutte le parti interessate informazioni più rapide e accurate possibili. L’EPM semplifica infatti anche le procedure di chiusura finanziaria, spesso rallentate da attività di riconciliazione dei conti. Aiuta in questo senso le aziende a gestire e migliorare efficacemente la riconciliazione dei conti attraverso l’automazione, affrontando attentamente la sicurezza e il rischio generalmente associati a questo processo.
L’integrazione tra intelligenza artificiale e applicativi di Enterprise Performance Management sta rivoluzionando il modo in cui le aziende re-ingenerizzano i propri processi interni. L’applicazione congiunta delle tecnologie di AI e di process automation alla pianificazione finanziaria e alla gestione delle performance permette una significativa riduzione degli errori, un aumento dell’efficienza e una maggiore affidabilità dei risultati. Grazie all’AI, un sistema EPM è in grado di identificare strutture o configurazioni di dati con un denominatore comune in diversi contesti o situazioni. Ciò svela relazioni nascoste nei dati, migliorando la comprensione dei fenomeni e la capacità di prevedere i futuri trend.
Come si evince da questa analisi di Gartner, è già dal 2018 che l’ecosistema finance mostra un interesse in rapida crescita per l’AI, solo che allora poche organizzazioni effettivamente utilizzavano l’automazione con successo. Secondo quest’altra indagine condotta dagli stessi analisti, la maggioranza dei dipartimenti finanziari prevedeva allora di implementare l’AI come una delle principali tecnologie emergenti entro il 2020.
In base allo studio e al monitoraggio di questo trend, nel 2024 Gartner è arrivato a individuare 4 casi d’uso principali dell'AI in ambito finanziario:
Gli applicativi di EPM odierni, alimentati dall’AI e resi più smart dal Machine Learning, possono rendere molto più semplici e accurate le analisi di tipo economico-finanziario. Questo in particolare perché riescono a gestire in maniera agile dati eterogenei e numerosi, servendosene per creare simulazioni di scenario affidabili e costantemente aggiornate.
Ne risulta un quadro analitico molto più completo a supporto del decision-making, così come:
Una soluzione di EPM digitale efficace, opportunamente modellata sulla struttura e le esigenze dell’azienda, può quindi dare benefici di tipo sia strategico sia tattico-operativo. Fornisce così un supporto affidabile su cui basare la gestione economico-finanziaria dell’azienda.
L’EPM si impone dunque come lo strumento ad oggi più appropriato per traghettare le imprese verso migliori e più accurati risultati finanziari grazie anche all’integrazione con tecnologie di validazione automatica dei dati e correzione intelligente di errori, come duplicazioni, incongruenze o valori anomali, di modo tale da assicurare che le informazioni risultino affidabili e solide. La misura delle performance attraverso questo strumento abilita un reporting più rapido e accurato soprattutto per quelle imprese chiamate a rendere conto dei propri impegni ESG nel Bilancio di Sostenibilità.