Product Lifecycle Management: dall’idea alla vendita, come migliora il tuo business

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Introduzione 

La gestione centralizzata del dato è strategica per le aziende del comparto manifatturiero che operano nei settori alimentare, bevande, prodotti chimici e farmaceutici. Per queste aziende mettere al centro le informazioni sul ciclo di vita del prodotto grazie a innovative tecnologie food&beverage diventa una priorità per competere su segmenti di mercato sempre più affollati e competitivi.  

In questa corsa a ostacoli, strumenti software di Product Lifecycle Management (PLM) giocano un ruolo cruciale. Accorciano il time-to-market e distribuiscono le informazioni sul prodotto a tutti i reparti aziendali con differenti livelli di accesso e di dettaglio. Il che offre una prospettiva privilegiata sul dato e rende il ciclo di vita di un prodotto un processo interdipendente tra funzioni organizzative. 

Il PLM è uno strumento potente se usato con finalità strategica. Alcune sue verticalizzazioni sono pensate appositamente per supportare lindustria food nella gestione di aspetti critici, come quello relativo a ricette e formulazioni. Un software PLM garantisce a questi settori industriali la gestione ottimale della tracciabilità del prodotto, un requisito essenziale che conferisce alla soluzione un ruolo di prim'ordine nella catena del valore, a partire dalla progettazione fino alla distribuzione sullo scaffale. 

Tracciabilità, compliance normativa, qualità e sicurezza: i vantaggi del PLM per il settore food

Svolgendo un ruolo fondamentale nella tracciabilità degli alimenti e degli ingredienti, il PLM food garantisce di default la conformità alle normative vigenti e assicura il controllo della qualità e della sicurezza dei prodotti. La centralizzazione del dato in questo scenario è cruciale, poiché permette il monitoraggio dei differenti step evolutivi di un prodotto, dalla materia prima, passando alla distribuzione, fino al consumatore finale 

Ogni reparto aziendale coinvolto in un processo della catena PLM trova in un'unica scheda le informazioni sulla provenienza degli ingredienti e le specifiche tecniche relative a processi di produzione e distribuzione. Uno dei principali vantaggi di un PLM pensato per il settore food è costituito dalla gestione centralizzata delle ricette, una soluzione questa che elimina i problemi di controllo delle diverse versioni, in modo che lungo tutto il ciclo si possa lavorare con la formulazione più recente. Obiettivo oggi sempre più importante, considerate le turbolenze di un mercato più esigente e altamente sofisticato.  

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Perché un software PLM per l'industria alimentare

Più di altri settori, quello alimentare necessita di strumenti ad hoc per tracciare il lungo viaggio di un prodotto lungo tutta la filiera. La disponibilità delle informazioni in ogni fase del ciclo di vita garantisce all’azienda massima tutela in caso di richiesta di documentazione da parte delle autorità sanitarie. Al consumatore, invece, più sicurezza sul prodotto acquistato.  

Le soluzioni software PLM disegnate con questo scopo offrono architetture di dati in grado di identificare in modo puntuale l'origine, la movimentazione e la destinazione di ogni lotto, come richiesto dalla normativa CE 178/2002. Pensate secondo queste logiche, le piattaforme PLM per il food facilitano la comunicazione tra le imprese della filiera e il conseguente richiamo rapido dei prodotti in caso di allerta alimentare, e giocano un ruolo attivo nella salvaguardia della salute. Il richiamo è un’evenienza da tenere sempre in considerazione quando si lancia un nuovo prodotto sul mercato, motivo che spinge sempre più aziende ad affidarsi a soluzioni che nascono con l’obiettivo di agevolare il flusso di dati durante la gestione di un’emergenza. 

Ottemperare a questo obiettivo strategico per le imprese alimentari e del settore chimico e cosmetico comporta altri importanti vantaggi, oltre al rispetto della conformità normativa:   

  • Aumento della trasparenza della filiera alimentare e rafforzamento della reputazione del marchio: certificare la qualità di un prodotto ha un impatto direttamente legato alla brand reputation ed è garanzia di una percezione positiva del consumatore. 
  • Riduzione dei costi associati ai richiami di prodotti e alle sanzioni per la non conformità alle normative: l’uso intelligente dei dati lungo l’intero processo PLM consente una produzione controllata e razionale e a sua volta un taglio dei costi e degli sprechi. 
  • Gestione di tutte le specifiche prodotto: dalle materie prime in fase di approvvigionamento ai singoli ingredienti, secondo una logica di specification management. Ciò garantisce che tutti i componenti del prodotto soddisfino gli standard qualitativi richiesti, riducendo i difetti e i reclami dei clienti. 
  • Gestione packaging e imballi secondari: comprese le caratteristiche tecniche certificateLe soluzioni PLM offrono diverse funzionalità dedicate alla gestione del packaging e degli imballi secondari: 
  • Moduli specifici per il packaging: Consentono di creare, gestire e archiviare tutte le informazioni relative agli imballaggi in un unico ambiente centralizzato. 

L'importanza del Product Lifecycle Management per un approccio strategico

Le applicazioni delle logiche PLM contribuiscono a un approccio strategico alla gestione delle informazioni in ambito produttivo e logistico. Ma non solo. Le tecnologie food&beverage, infatti, rivelano la loro efficacia anche lungo tutto il processo di innovazione prodotto. Più si entra nel vivo di questa fase creativa, più ci si accorge di quanto il PLM sia in grado di efficientare operazioni delicate per il time-to-market e il ciclo di vita di un prodotto che altrimenti richiederebbero una lunga gestazione.  

 Questo vale soprattutto nella gestione dei progetti più pioneristici, come il lancio di nuove linee di prodotto per rispondere a esigenze pressanti del mercato. In un contesto simile, l’importanza del Product Lifecycle Management per un approccio strategico al business è cruciale. È qui che un PLM configurato per il food offre un vantaggio competitivo enorme. Si pensi alla necessità di cambiare un ingrediente per ampliare l'offerta su altri target (esempio: stevia al posto dello zucchero) iniziando così un nuovo ciclo di vita del prodotto. L’applicativo deve essere in grado di armonizzare il cambio non solo in produzione, ma anche in fase di approvvigionamento della materia prima e distribuzione della nuova linea, offrendo puntualmente le informazioni corrette senza stravolgimenti di processo per chi si trova a monte o valle del processo.  

Talvolta anche il cambio radicale di processi in fase produttiva deve poter essere gestito con più agilità: l’introduzione di innovazioni tecnologiche nei macchinari (esempio: nel sistema di sterilizzazione) o quelle pensate per soddisfare le nuove esigenze di consumo (vegani, celiaci, ad esempio), richiedono un sistema rispondente per adeguarsi ai fornitori di ingredienti, sviluppare nuove ricette e specifiche tecniche in concerto con gli attori della supply chiain, gestire le modifiche e garantire la conformità alle normative. Altro  ambito per cui il PLM si rivela molto utile   per le aziende agroalimentari è la gestione delle gare per richiedere ai fornitori le specifiche tecniche o le quantità minime di una materia prima. 

Anche la condivisione dei dati tra reparti aziendali gioca qui un ruolo di importanza cruciale e porta importanti frutti, specie nei processi di progettazione e configurazione (figura 2), dove il PLM è in grado di ereditare e includere già in forma embedded le informazioni di un altro suo stretto parente, il PDM (Product Data Management, ovvero un gestore dei dati di prodotto). In questo scenario di collaborazione distribuita tra applicativi, processi e persone, è doveroso puntualizzare che l'adozione del PLM, soprattutto tra Pmi, è talvolta ostacolata da resistenze al cambiamento che vedono nello strumento una minaccia alla autonomia di alcuni reparti. Nonostante sia invece palese come la mancata integrazione tra il PLM e i sistemi IT esistenti, come ERP e CRM, può creare silos di dati e ostacolare il flusso di informazioni. Motivo per cui spesso condividere casi di successo e best practice può solo incoraggiare ad abbattere le barriere. 

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La gestione della configurazione di un prodotto nel PLM 

La gestione delle configurazioni nel PLM è tipica di un'analisi in cui si determina dove, come e quando avverranno le modifiche a un prodotto o a un processo collaborativo durante la gestione del ciclo di vita.

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Valore di mercato del software PLM: una crescita inarrestabile 

Le organizzazioni dell'industria alimentare traggono a tutti i livelli vantaggi enormi dall’implementazione di tecnologie PLM per il food&beverage. Ma non sono le uniche a trarne giovamento: per tutte le imprese manifatturiere è di grande supporto. A confermarlo sarebbe il gigantesco giro d'affari generato dalla vendita di software per la gestione del ciclo di vita del prodotto, un settore cresciuto enormemente negli ultimi anni a livello globale.  

Secondo le proiezioni di Global Information inserite nel report “Product Life-Cycle Management Global Market Report 2024” il valore di mercato del software PLM toccherà quest'anno i 24,6 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale dell'8%. Stando ai dati del rapporto, le dimensioni di questa crescita si prevedono stabili nei prossimi anni, quando nel 2028 il settore raggiungerà i 32,07 miliardi di dollari. Colpisce che tra le possibili cause di questo exploit vi sia la crescente domanda di maggiore integrazione tra prodotto e consumatore finale e la crescita di tecnologie sofisticate da integrare, come l'AI per l’analisi dei dati e nuove applicazioni marketing. Le stime di crescita del mercato sono pressoché in linea con le previsioni elaborate su Statista e riportate nel seguente grafico: 

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I 5 stadi del ciclo di vita di un prodotto: dalla nascita al suo declino

Il ciclo di vita di un prodotto si sviluppa secondo le logiche di un modello standard che si evolve lungo 5 fasi:  

  1. sviluppo
  2. lancio
  3. crescita
  4. maturità 
  5. declino 
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Il ciclo di vita di un prodotto: il modello di Levitt 

Il modello di Levitt descrive il ciclo di vita dei prodotti secondo la curva tipica di un'equazione differenziale. La fase di crescita è relativamente breve ma esplosiva se comparata alla lunghezza delle fasi di maturità e declino. 

La prima fase di sviluppo – o progettazione nel caso di manufatti – è la fase in cui ancora l’articolo non esiste per il mercato. Questa è cruciale per stabilire il time-to-market e varia a seconda della velocità con la quale l'idea prende via via forma fino a diventare reale. È qui che strumenti PLM possono intervenire con maggior successo, accorciando i processi di progettazione grazie al rinforzo collaborativo del team di ricerca e sviluppo. Una volta terminata la fase zero, si lancia il prodotto sul mercato e da quel momento in poi ci si aspetta più o meno un'evoluzione costante del suo ciclo di vita secondo le logiche descritte dai modelli di studio in letteratura. 

Una delle teorie più accreditate è quella descritta dal modello di Bass. Secondo questa interpretazione, per capire il ciclo di vita di un prodotto occorre spostare il focus dall'azienda ai consumatori. Motivo per cui il modello si basa sull’identificazione di due categorie di acquirenti che determinano in buona parte il destino di un articolo: gli innovatori e gli imitatori  

Quando un prodotto è lanciato sul mercato solo pochi innovatori lo acquisteranno, specialmente se è altamente innovativo. La diffusione tramite il passaparola agli altri consumatori farà il resto, determinando l'esito e la dinamica del ciclo di vita del prodotto. Nonostante possa a prima vista sembrare che gli innovatori siano determinanti per il lancio di un articolo sul mercato, per le aziende sono cruciali solo all'inizio, perdendo via via importanza col passare del tempo.

Il modello di Bass 

Il modello di Bass descrive la curva di penetrazione di un prodotto sul mercato grazie alla funzione di innovatori e imitatori. Il loro ruolo è strategico e determina la velocità di sviluppo del ciclo di vita del prodotto. Gli innovatori perdono importanza per le aziende via via che il prodotto entra nella sua fase di crescita e maturità. 

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Declino: perché non significa sempre la fine di un prodotto, il trucco per allungare il ciclo di vita (H3) 

L'ultima fase del ciclo di vita di un prodotto è caratterizzata da una discesa inesorabile della curva di interesse del mercato. Questa curva, con il passare del tempo, finisce per risultare asintotica; si avvicina cioè sempre di più alla sua fine, in alcuni casi senza mai raggiungere del tutto quel momento. A quel punto si presentano due opzioni:  

  • la prima è il riuso o riciclo del prodotto (opzione spesso non prevista),  
  • la seconda è il tentativo di reimmissione sul mercato, la vera exit strategy per aumentare la redditività senza chiudere il cerchio.  

Le aziende prendono in considerazione differenti strategie per allungare il più possibile il ciclo di vita di un prodotto. Tra queste ne esistono almeno 7 che risultano più efficaci di altre: 

  1. Modifica: è quello che succede con le nuove versioni rilasciate per migliorare il prodotto, ad esempio quello che accade con un software e le sue versioni 2.0, 3.0 e così via. Nel food, ad esempio, un prodotto si può evolvere nella sua versione senza zuccheri, in quella senza olio di palma o in una nuova linea con farina integrale. 
  2. Prezzo più accessibile: strategia che consente a nuovi clienti di acquistare il prodotto. Ad esempio, il lancio della “linea low-cost” in offerta per intercettare nuovi consumatori. 
  3. Cambio di mercato: un'opzione molto diffusa è affacciarsi su mercati di paesi diversi per ricominciare un nuovo ciclo di vita. È la strategia dell'internazionalizzazione che sfrutta lo stesso prodotto, su mercati esteri ancora vergini.  
  4. Cambio strategia di marketing: diverse tecniche pubblicitarie o di promozione delle vendite possono prolungare la vita del prodotto, conferendogli una nuova immagine. A volte basta un restyling grafico per cambiare tutto senza cambiare per forza nome al prodotto, come hanno fatto nel tempo Barilla e Ferrero, che hanno sempre mantenuto inalterato l’articolo ma lo hanno rilanciato con campagne marketing diversificate. 
  5. Cambio di packaging: cambiare il design del packaging può conferire al prodotto una veste nuova e migliore. Nel 2018 ad esempio, Heinz lancia la nuova bottiglia di ketchup "sotto sopra”, passando dal vetro alla plastica. 
  6. Cambio funzione: si possono incoraggiare i clienti ad acquistare più prodotti o a utilizzarli in modo diverso. Ad esempio, le aziende che producono cereali per la prima colazione hanno usato la pubblicità per mostrare ai consumatori che è possibile consumare il prodotto in momenti diversi della giornata. 
  7. Cambio di nome: se un prodotto ha subito una cattiva pubblicità e le vendite sono in calo, una tecnica collaudata è quella di cambiare semplicemente il suo nome. Eclatante il caso Aunt Jemima”, marchio di pancake con immagine di una donna afroamericana. A seguito di aspre critiche per un esplicito richiamo alla schiavitù, nel 2021 è stato ribattezzato Pearl Milling Company”, eliminando anche l'immagine della donna dal packaging. 

Come funziona la gestione del ciclo di vita del prodotto: l'uso del dato 

Anche nella fase di supporto alle strategie per allungare il ciclo di vita del prodotto il software PLM è centrale nella destinazione d'uso del dato. Ogni settore industriale predilige un utilizzo piuttosto che un altro delle informazioni sull’articolo; usa quindi le tecnologie food&beverage secondo logiche diverse, in modo che la soluzione si adatti meglio alle proprie specifiche esigenze. Nella produzione manifatturiera (alimentare ad esempio), una delle prerogative di un PLM system è il controllo sulle informazioni relative a ricette, ingredienti e composizioni del prodotto e la governance totale su tutti i dati che via via si generano lungo il ciclo di vita.  

Se all’inizio del processo è fondamentale che gli attori coinvolti nell'ideazione possano condividere il più possibile le informazioni in un repository centrale per accorciare il time-to-market, nella fase di produzione è fondamentale per il software PLM stesso integrarsi perfettamente con gli altri sistemi informativi come l’ERP e far convergere i dati nella linea di produzione gestita dal MES. Già in queste fasi preliminari al lancio sul mercato emerge come il dato sia la risorsa più importante e strategica che un’azienda possa avere, l’asset su cui si basa tutto il suo business. Grazie alla logica di funzionamento del PLM ogni azienda può controllare passo a passo le informazioni associate a un prodotto e le loro evoluzioni nel tempo, garantendone sempre la piena tracciabilità.  

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Product lifecycle management software, la nascita di nuovi processi collaborativi 

Il tema della tracciabilità apre una breccia sulla necessità di scambio continuo e al tempo stesso di tutela delle informazioni sul prodotto. Durante un intero ciclo di vita i dati vanno protetti e condivisi perché rappresentano non solo la generazione di valore ma il know-how stesso dell’azienda, distribuito in micro unità. Il software PLM è strategico in ogni fase del ciclo di vita poiché semplifica e automatizza ognuno dei processi che fanno parte dello sviluppo prodotto, dall'idea iniziale allo smaltimento, intercettando i possibili colli di bottiglia e le criticità con un ampio margine di tempo. Nel fare ciò un PLM food abilita anche un nuovo paradigma collaborativo tra persone e funzioni aziendali grazie alla nuova veste centrale che assume il dato. Questo diventa finalmente disponibile ogni volta che è necessario, ovunque e per chiunque ne abbia bisogno durante tutto il ciclo di vita del prodotto. 

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In che modo il Product Lifecycle Management supporta le vendite 

Integrare nel sistema i dati relativi al ciclo di vita di un prodotto e condividerli significa dunque migliorare la relazione e la comunicazione tra dipartimenti. Ad ognuno di questi reparti è affidata una missione cruciale in una delle fasi del ciclo di vita. Le tecnologie food&beverage giocano un ruolo chiave in questo scenario, perché fungono da elemento trainante e da collante tra funzioni a volte antitetiche e conflittuali tra loro – marketing e vendite in primis – rendendo più rapido lo scambio di dati.  

Nel caso delle vendite, ad esempio, adottare una PLM strategy di successo determina vantaggi non indifferenti, per esempio nell’accesso rapido degli agenti alle informazioni sull'offerta. Le specifiche di ogni prodotto sono di difficile reperibilità per chi è focalizzato sul processo di vendita, ma sono di grande aiuto per rispondere alle richieste più "tecniche" dei clienti. Il sistema è in grado così di fornire all'agente documentazione marketing sempre aggiornata, allineando l'offerta proposta all'ultima versione del prodotto. La possibilità di accesso alla piattaforma PLM da dispositivo mobile non risponde solo alle esigenze dell'agente, ma anche a quelle del cliente, che si aspetta un’esperienza di acquisto più smart. Il che aumenta di gran lunga la probabilità di vendita. I vantaggi che la soluzione offre al cliente migliorano la sua esperienza d'acquisto perché generano una visione a 360 gradi sul prodotto. L'accesso real time alle schede e alle specifiche tecniche con informazioni aggiornate su materie prime, ingredienti, ricette, certificazioni e normative è un valore aggiunto unico per lui perché arricchisce la fase decisionale di acquisto. La disponibilità di materiali a supporto come brochure, immagini e video, consente un'esperienza completa e immersiva, e allo stesso tempo abilita nuove forme di ingaggio dei clienti nella scelta dei prodotti, generando ordini più rapidamente. 

Software di product lifecycle management e time to market 

Arrivare per primi sul mercato è il presupposto essenziale per aumentare le aspettative di vendita a monte del processo. Il PLM aiuta in questo scenario a capire su quali attività del team R&D concentrare gli investimenti con l’obiettivo di accorciare le tempistiche di sviluppo. Supporta la direzione nella valutazione strategica relativa all’ampliamento o alla riduzione del portafoglio prodotti e consente di controllare in modo efficace l’avanzamento dei singoli progetti. In tal senso le organizzazioni che si avvalgono del PLM traggono un vantaggio strategico enorme rispetto a quelle che non lo implementano, con un time-to-market che risulta mediamente ridotto del 25%.  

Nel caso del settore alimentare, ad esempio, la richiesta è tipicamente quella di nuovi prodotti più sani, con basse percentuali di grassi saturi, zuccheri e sale. Le tecnologie food&beverage diventano per il marketing una carta vincente per uscire il prima possibile con nuove proposte allineate ai gusti di un pubblico che ha cambiato profondamente abitudini. Motivo per cui è necessario ottimizzare gli sforzi del team R&D, su cui si giocano tutte le speranze di un buon posizionamento.  

ROI nei progetti di adozione del PLM 

La riduzione del time-to-market non è l'unico indicatore che bisogna considerare: l'efficientamento di alcuni valori della supply chain ne è l'esempio. Ma non solo. Esistono anche indicatori di tipo più strettamente finanziario che le aziende possono derivare, come il ROI. Il ritorno sugli investimenti del PLM non si misura solo da un valore monetario - è bene premettere - ma anche da un insieme di benefici strategici che possono migliorare la competitività di un'azienda nel tempo. Motivo per cui implementare un progetto PLM presuppone un’analisi di consulenza in grado di esaltarne i vantaggi e il ritorno sugli investimenti.  

Il ROI si calcola a partire da indicatori quantitativi che segnano un risparmio di stock in magazzino fino al 10%, e dunque una riduzione di capitale immobilizzato. Nel settore food questo efficientamento si traduce nell'ottimizzazione della materia prima che in questo caso si utilizza per più prodotti. In ultima analisi lo strumento aiuta a ridurre anche gli errori, aumentando la produttività del 20%. Ma non solo, da questa analisi di CIM Data emerge che i risultati registrati sul campo conducono a chiare evidenze di miglioramento in tutti i processi dello sviluppo prodotto grazie a un flusso di informazioni univoche tra dipartimenti. Tutti questi indicatori sono misurabili e offrono un monitoraggio in tempo reale grazie a cruscotti gestionali ad hoc. La riduzione degli sprechi in supply chain consente in media di raggiungere il break-even di un progetto di implementazione del PLM in due/quattro anni, a seconda della dimensione dell'azienda. Nonostante le evidenze sul ROI siano altamente favorevoli all'implementazione del PLM, il suo tasso di adozione è ancora inferiore al 6%. Questa bassa penetrazione nel settore food è da cogliere come un'opportunità unica per trarre vantaggi competitivi enormi rispetto ai competitor. Considerando i miglioramenti di performance calcolati già sul breve periodo, questa tecnologia è in grado di restituire al business nuovo vigore e spalancare le porte all'innovazione di prodotto. 

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Il caso Amadori: come Sinfo One ha centralizzato il controllo e migliorato la gestione del prodotto 

Il Gruppo Amadori è un’azienda storica con un portafoglio molto ampio di prodotti che spaziano da quelli più tradizionali a quelli elaborati. Si tratta di uno degli esempi di implementazione del PLM che mostrano il bisogno di integrare una soluzione software specifica per il prodotto nei sistemi informativi. Grazie a un'integrazione completa e al roll-out del software PLM parametrizzato su misura oggi gode di una visione completa del processo di innovazione prodotto, avendo potuto coinvolgere in questo cambio organizzativo funzioni critiche come R&D, Qualità, Marketing, Produzione e Supply Chain.  

La rinnovata collaborazione tra questi dipartimenti - ognuno con accesso ai dati pertinenti al proprio ruolo - ha permesso di centralizzare il controllo e migliorare la gestione delle innovazioni di prodotto attraverso la condivisione strategica del dato. L'implementazione ha trasformato un processo precedentemente frammentato e manuale in uno digitalizzato e altamente efficiente. La soluzione implementata ha permesso di rispettare le tempistiche di mercato e di rispondere prontamente alle nuove tendenze alimentari e alle esigenze etiche dei consumatori.