Ogni azienda food & beverage, prima ancora che trovare nuovi clienti, ha un compito fondamentale, quello di massimizzare la propria efficienza produttiva. Il che non significa necessariamente aumentare il numero di pezzi prodotti ogni giorno oppure ogni ora, come vedremo meglio tra poco, bensì razionalizzare i propri livelli di produzione così da renderli perfettamente adeguati alla domanda dei clienti e alle possibilità dell’azienda stessa.
Efficienza produttiva è un termine che ha molti significati e non fa “rima” solo con produttività. Sebbene tecnicamente facciano riferimento ad aspetti differenti sia efficienza produttiva che produttività, hanno a che fare con l’esigenza comune di produrre di più con meno.
Ma come è possibile aumentare la produttività di un’azienda food & beverage senza assumere altro personale o acquistare nuovi macchinari? La sfida è proprio questa.
Si tratta di individuare quali siano e dove siano i margini di miglioramento della nostra azienda. E i modi di individuare questi margini sono diversi. In linea di massima, quello che bisogna fare è:
Partendo dal presupposto che ogni azienda manifatturiera (e non) ha caratteristiche proprie che possono essere decisive sui livelli produttivi, dopo aver illustrato rapidamente quali sono le 5 fasi generali di un processo di miglioramento, passiamo agli interventi concreti per aumentare la propria efficienza produttiva. Vediamo quali sono…
Le innovazioni tecnologiche oggi ci permettono di:
Riorganizzare il processo produttivo significa dotarsi di un sistema in grado di analizzare ognuno di questi processi mettendoli in relazione tra loro così da individuare eventuali colli di bottiglia o inefficienze e risolverle.
I macchinari vengono utilizzati in base alle reali necessità dell’impresa in un dato momento? Fino a qualche anno fa, l’obiettivo delle aziende in ambito industriale era quello di mantenere gli impianti perfettamente funzionanti, in modo da evitare errori o derive e poterli sfruttare al massimo all’occorrenza. Oggi ci sono tecnologie abilitanti che ci consentono di automatizzare i processi ed effettuare una manutenzione proattiva o perfino predittiva. Naturalmente i macchinari non effettuano tutte queste funzioni da soli ma hanno bisogno di soluzioni informatiche che raccolgono i dati che questi producono durante i cicli di lavoro e li processano trasformandoli in informazioni utili a ridurre al minimo i tempi di fermo.
In parte abbiamo già introdotto questo tema nel punto precedente parlando di automazione dei processi e manutenzione predittiva. Il punto è che tecnologie come l’Internet of Things in ambito industriale (IIoT) consente di migliorare il processo produttivo attraverso tecnologie abilitanti che traducono il dato grezzo in modo da
Migliorare l’efficienza produttiva non significa solo occuparsi della produzione, ma analizzare tutte le attività che incidono direttamente o indirettamente sulla realizzazione di un prodotto: dalla gestione degli acquisti, degli ordini alla logistica. I flussi di lavoro sono collegati tra loro e se non si è in grado di intervenire da una prospettiva che offre una visuale completa si rischierà di migliorare un aspetto peggiorandone un altro. Inutile aumentare la produttività se il magazzino non è in grado di gestire quel numero di ordini e va in tilt oppure se, in un determinato momento, la domanda dei clienti non è elevatissima.
Migliorare l’efficienza produttiva non è una questione che riguarda un software piuttosto che un altro. Non è un orizzonte che si raggiunge meglio con un ERP piuttosto che attraverso un MES o PLM. Ogni strumento deve fare la propria parte. Ecco perché l’integrazione e la modularità delle soluzioni da utilizzare fanno la differenza. Nel momento in cui gli strumenti informatici lavorano su una base dati comune, senza conflitti o ridondanze, attraverso una serie di moduli connessi ma indipendenti ecco che come una grande orchestra sarà possibile eseguire una sinfonia perfetta.